[ Torna alla HOME ]


Coordinamento Nazionale del Personale
delle Commissioni Tributarie

LETTERA DEL DIRETTORE DELLA C.T.P. DI SIENA

      SIAMO ANCORA AL PUNTO DI PARTENZA (o forse un pò più indietro)

 

      Ricordo il commento scarno di mio padre (siciliano non acculturato) qualche

giorno dopo il terremoto del Friuli: "guardali, non piangono, già lavorano".

Cioè notava come, i precedenti eventi tragici (terremoti, alluvioni, ecc.), in altre lo-

calità, i superstiti erano rimasti a strapparsi i capelli e piangere i loro morti, mentre

i friulano, anch'essi conn la morte nel cuore, non aspettavano aiuti pubblici o mira-

coli governativi.

Risultati: i friulani hanno ricostruito velocemente e meglio i loro paesi, gli altri abi-

tano ancora (nel migliore dei casi) nei prefabbricati o nelle case puntellate.

      Anche noi delle CC.TT. dobbiamo fare come i friulani e non come gli altri. Nes-

suno farà qualcosa per noi; o baraccati o ci costruiamo una casa.

 

      Nessuno ci vuole, eppure siamo una discreta forza, abbiamo una professionalità

specifica, costiamo poco, smaltiamo in fretta il lavoro.

      Abbiamo due padroni (DPF e CPGT), ma non sanno su quale campo farci semi-

nare.

Si è sempre fornita GIUSTIZIA, MAGARI EQUITA', MA CI SIAMO GUADAGNATI LO STI-

PENDIO E CON NOI ANCHE I GIUDICI.

 

 

Oggi, fra autotutela, concordati, condoni, rateizzazioione, ecc....., lo Stato ci fa lavo-

rare a mezzo servizio e dobbiamo, con triste mortificazione aspettare il cedolino a

fine mese.

I campi dei due padroni si stanno inaridendo per colpa non nostra, ma dell'impianto

tributario esistente e per la struttura organizzativa degli uffici tributari.

     La grande quantità di soldi impegata per pagare la altrettanto grande quantità

di dirigente delle Agenzie e le strutture da esse dirette, il permesso agli evasori di

condonare le malefatte, la concessione di pagare ratealmente  (così l'entrata è con-

sumata dall'uscita prima ancora di essere riscossa), la quantità di corsi di formazio-

ne gestiti non certo con risparmio, se rapportato ai risultati, l'ammasso di personale

all'interno delle Agenzie a danno della professionionalità (molti hanno perduto il

piacere del "proprio" lavoro perchè soppiantati da altri più graduati e magari meno

capaci) che comporta un non raggiungimento degli obbiettivi (ma tanto, chi lo sa

quali sono gli obbiettivi), hanno portato l'Erario ad entrare in sofferenza e, non po-

tendo più toccare le Agenzie (feudi protetti), le CC.TT. risentono del poco lavoro e,

dunque, sono appendici inutili da estirpare o ridimensionare.

 

    Cosa fare?

 

    1) Coinvolgere i giudici nella difesa del nostro ruolo, attraverso esplicite dichiara-

zioni e sostegno.

    Non basta la loro presenza per le udienze; devono rappresentare l'Istituzione

nella sua necessaria funzione e funzionalità.

 

Noi non prepariamo solo prospetti di liquidazione dei compensi (!), siamo la struttu-

ra portante del loro lavoro, siamo necessariamente propedeutici all'udienza e ac-

corti esecutori degli adempimenti collegati all'attività giudiziaria.

 

    2) Il CPGT deve essere il garante della nostra sussistenza, l'ispiratore non solo

giurisdizionale ma anche amministrativo ed anche organizzativo della struttura del-

la giustizia tributaria.

Non possiamo pretendere lo sciopero dei giudici tributari, così come fanno quelli or-

dinari; ma essi non possono pretendere di sottovalutare il loro ruolo, perchè diver-

samente impegnati.

 

    3) Il DPF può pensare che siamo inutili, eppure esso è riempito in gran parte da

noi.

    Si potrebbe capire il disinteresse (leggi insofferenza) del Ministro per le CC.TT.

(per gli statali in genere) ma non si comprende quello del DPF, dal momento che

non ha avuto l'accortezza di accollarsi gli impegni di essere il coordinatore, pro-

grammatore, controllore, supervisore delle Agenzie. Al DPF restiamo solo noi; eppu-

re non abbiamo neanche un ruolo.

 

   4) Il CNPCT bene o male, è una forza. Forza e azione. Quindi deve agire.

   Che forza sia, ognuno la interpreti come vuole.

Tocca al Coordinamento, adesso, farsi sentire, perchè può gridare con una voce so-

la, quella di tutto il personale delle CC.TT., consapevole di non ledere interessi di al-

tri o di compromettere altri accordi. Siamo soli, non danneggiamo alcuna altra forza

lavorativa.

   Vogliamo solo esserci!

   Il Coordinamento può organizzare delle manifestazioni (non solo convegni) di

protesta, può esigere da una forza sindacale un interessamento concreto (conver-

rebbe anche alla sigla investire in una battaglia che potrebbe avere per lo stesso

sindacato un ritorno positivo in termini di nuovi iscritti).

Il  Coordinamento deve far capire, non a noi, ma al DPF ed al CDPGT che siamo ne-

cessari.

Siamo necessari perchè è necessaria la Giustizia Tributaria, di cui il contribuente o-

nesto ha sete.

   Chi può tutelare l'Erario e/o il contribuente sulla giusta pretesa o sul giusto accer-

tamento?

   Come c'è la certezza del diritto, ci deve essere la certezza del tributo.

   E chi può garantire questo, se non i giudici tributari, i loro "Cancellieri" e le loro

strutture operative?

Il giudice non condona.

L'Amm.ne Fin.ria detta la legge e poi la rende non operativa, in un certo senso la

rinnega, ma non può negare anche la Giustizia.

Fortunatamente ogni 2/3 anni non ci sono amnistie, indulti, indultini e così via, altri-

menti sparirebbero i Tribunali, le Corti Penali ed il relativo personale che ivi lavora.

 

   Alla fine del salmo, dobbiamo operare come detto sopra oppure "non dovremmo

operare", ma la nostra onestà ci spinge a continuare a pretendere di restare nella

nostra singolarità, ma con una definizione del ruolo all'interno del DPF, non perchè

non sanno dove spedirci o riciclare, ma perchè è dimostrato che dobbiamo esistere,

conn ruoli ben definiti da regolamenti.

   Se poi si dovesse stabilire che ogni contribuente deve pagare ciò che vuole e co-

me vuole e che l'ufficio impositore debba accettare, a scadenza ritmata, ogni elemo-

sina contributiva per sopravvivere oppure che il contribuente debba soccombere

agli errori di un qualunque verificatore e che qualsiasi ufficio impositore metta un

balzello ad ogni porta delle città, allora sarà vero che tutto l'apparato tributario,

compreso le Commissioni, andrà smaltellato e noi, finalmente, potremo andare in

pensione anticipata per invalidità.

 

 Siena 14.10.2003                                         IL DIRETTORE DELLA CTP DI SIENA

                                                                                   Franceso Butà

 

[ Torna alla HOME ]