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Coordinamento Nazionale del Personale
delle Commissioni Tributarie

LE COMMISSIONI STANNO CAMBIANDO E......NESSUNO NE PARLA

Le CC.TT. stanno cambiando….e nessuno ne parla Dopo una lunga riflessione e dopo qualche mese dove ci siamo confrontati privatamente, ritorniamo, come molti ci hanno chiesto, a pubblicare testimonianze, opinioni e punti di vista dal mondo delle CC.TT. sulla giustizia tributaria e sulle problematiche ed aspettative dei lavoratori delle segreterie delle CC.TT. Molti ci hanno chiesto di esprimerci anche sul MEF, ma noi non abbiamo risposto perchè la nostra forza di opinione è proprio quella di affermare la nostra diversità rispetto ai colleghi del MEF e di voler valorizzare questa posizione non solo nel lavoro quotidiano ma anche nelle contrattazioni nazionali. Da sempre siamo stati una cinghia di trasmissione che trasporta i nostri problemi lavorativi dall’ufficio di ognuno fino alle stanze del Ministero per aggiungere poi le sale dove si fanno gli accordi e alle quali noi partecipiamo tramite le nostre testimonianze. Proprio questo è mancato negli ultimi tempi, perché qualcuno ha cercato di anestetizzare i nostri bisogni, le nostre esigenze (C.U.T., progressioni economiche etc.) ed infatti il panorama sindacale ministeriale associativo è praticamente piatto. Negli ultimi periodi ci sono stati il pagamento del CUT ad alcuni (su questo ci torneremo perché chiederemo un’apertura per tutti i dipendenti delle CC.TT. visto che il lavoro sul contr.unif.lo fanno tutte le Commissioni) e le famigerate progressioni economiche, per le quali c’è stato un dibattito piuttosto acceso sui vari titoli da presentare e sulle modalità delle prove di esame; noi, da sempre, siamo stati dalla parte dei lavoratori ovvero è importante fare partire le prove (come è accaduto) e poi migliorarle (eventualmente) in corso d’opera. Tutta questa premessa per arrivare al nocciolo della testimonianza odierna, ovvero il ruolo del lavoratore delle CC.TT. e dove è più opportuno collocarlo. Nel recente passato ci sono stati vari boatos, che andavano dal transito al Ministero della Giustizia (qualche mese fa questo progetto lo davano praticamente per fatto), oppure continuare a rimanere in questa posizione ibrida, dove il personale dipende a metà tra il Dipartimento delle Finanze e DAG (ovvero Tesoro), quindi nell’ambito del Ministero dell’Economia nel quale orbita anche una delle parti del processo ovvero le Agenzie Fiscali e dove da sempre non si evince la terzietà del processo in quanto uno degli attori del processo tributario è anche colui che mette i soldi affinchè si istruisca il processo. (Senza garanzia per il contradditorio e per la difesa del contribuente). Mentre la nostra Associazione da sempre è schierata per il passaggio alla Presidenza del Consiglio, come novella l’art. 29 del 545/92, dove l’alta sorveglianza nei confronti delle Commissioni Tributarie e dei giudici tributari è effettuata proprio dalla Presidenza del Consiglio. Una norma semplice da attuare e tra l’altro già inserita all’interno del decreto legislativo che disciplina il processo tributario. Questa è la stretta attualità e su questi temi andremo a dibattere a breve in un convegno che verterà, in particolare, su questa agognata collocazione delle CC.TT. che ha come sponsor oltre alla nostra Associazione anche giudici e politici. All’incontro parteciperanno importanti personalità del mondo della giustizia tributaria; a breve verrà inviato il programma e tutti siete invitati a partecipare non solo per assistere ma soprattutto per dibattere i temi che saranno esposti durante il convegno (in primis il passaggio alla Presidenza del Consiglio). Chiudiamo l’intervento odierno con due riflessioni: la prima è che dobbiamo ritrovare quella cornice culturale comune, che nel mondo associativo- sindacale si chiama responsabilità. E’ quella cornice che da sempre abbiamo cercato di costruire e di perfezionare, ma che ultimamente si era un po’ incrinata, perché qualcuno ha promesso ai lavoratori l’impossibile. Si deve ottenere il consenso confrontandosi, parlando ai lavoratori, metterli al corrente del loro futuro lavorativo: questa è la democrazia sindacale dove ognuno si identifica in un progetto. Ed infine cercare di riprendere il nostro percorso anche tramite soggetti politici che sappiano materializzare i nostri bisogni lavorativi; ne citiamo uno prima di concludere: a fine anno scadranno i concorsi per gli idonei e nel nostro settore (Finanze) non ce ne sono tanti, eppure nessuno si è mai preso la responsabilità, quella di cui parlavamo prima, di far approvare queste graduatorie in modo da sanare questa discrasia. Una battaglia senza senso è come un campo senza radici, viene privata di ogni significato e di ogni lotta culturale e non. Riprendiamoci il presente per un futuro migliore L’UFFICIO STAMPA DEL CNPCT

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