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Coordinamento Nazionale del Personale
delle Commissioni Tributarie

RELAZIONE XII CONGRESSO CNPCT 18.01.14 REGGIO CALABRIA

RELAZIONE SUL XII CONGRESSO CNPCT DEL 18 GENNAIO 2014

A SEGUIRE L'ARTICOLO DI ITALIA OGGI   DEL 21 GENNAIO 2014

 

Si è tenuto il 18 gennaio 2014 a Reggio Calabria il XII Congresso nazionale del personale delle Commissioni tributarie dal titolo “la Giustizia tributaria tra amministrazione e Diritto”.
Molti sono stati gli interventi e i contributi provenienti dal mondo politico, amministrativo, giudiziario, universitario.
Tema ricorrente, presente in tutti gli interventi e nei saluti, è stato la necessità di garantire la tutela della terzietà e la razionalizzazione del sistema “giustizia tributaria”.
Bocciato su tutta la linea, invece, il ddl recante la delega fiscale, reo di prevedere criteri di riforma del contenzioso tributario troppo fumosi e generici, redatti senza interpellare le istituzioni e le associazioni interessate.
Altro tema molto presente è stato quello del contributo unificato.
Infine è emersa la necessità di sanare quelle situazioni per cui tutti quei lavoratori che hanno le peculiarità giuridiche necessarie, possano vedere riconosciuta la propria professionalità attraverso la giusta collocazione all’interno delle aree, in particolar modo i colleghi della prima area, ormai abolita nelle Agenzie Entrate ed i colleghi ex VI livello che svolgono da 18 anni le stesse funzioni dei colleghi ex VII livello seppure dislocati in due aree diverse.
Interessante e ricca di spunti è stata la relazione del Presidente Priore che ha ricordato come tanto i giudici quanto i componenti delle segreterie sono ancora in attesa di ricevere parte del gettito del contributo unificato, previsto dall’articolo 37 del dl n. 98/2011. Secondo le stime, ad oggi lo Stato ha riscosso circa 100 milioni di euro ma la «riserva» prevista a favore delle commissioni virtuose per gli anni 2011 e 2012 non è ancora stata liquidata. «Vogliamo capire a che cosa siano serviti questi fondi che la legge ci ha messo a disposizione e che non sono mai stati erogati», ed ancora, «se la giustizia tributaria nei primi due gradi di giudizio è così efficiente è anche merito del personale impiegato nelle segreterie. È necessario che il nostro lavoro venga valorizzato».
Sul punto Fiorenzo Sirianni, direttore giustizia tributaria del Mef, ha rilevato che le somme incentivanti sono già a bilancio, ma è necessario attendere un apposito dpcm per il riparto.
Il Dr. Sirianni ha esposto quali sono i prossimi obiettivi della Giustizia tributaria: in primis quello di ridurre ancora i tempi del processo, tempi che seppur ottimi paragonati alle altre giurisdizioni hanno ancora un ampio margine di miglioramento a medio e lungo termine, questo nell’ottica di garantire i cittadini e le imprese; molto è stato fatto sul miglioramento dell’aspetto organizzativo: dagli appuntamenti on line, alle comunicazioni via pec fino al processo telematico che partirà entro la fine dell’anno in due Regioni. Prospettiva futura è quella di arrivare a risolvere tutte quelle controversie al di sotto di una certa cifra a livello amministrativo mentre ci potrà essere spazio per almeno una parte dei giudici tributari di esserlo a tempo pieno.
Da più parti è stato chiesto al dr. Sirianni di incrementare la formazione al personale amministrativo, non essendo esaustiva la formazione e-learning.
Dal Consiglio di Presidenza, è stato sollevato il rilievo di non aver interpellato il CPGT, naturale interlocutore del Ministero e istituzione preposta per legge a esprimere pareri sugli interventi che riguardano la giustizia tributaria.
Si conferma, ancora una volta, la tendenza del Ministero di considerare la Giustizia tributaria (Commissioni , giudici, personale dedicato) come l’ultima catena del percorso amministrativo che ha inizio con gli atti di accertamento.
Il concetto di identificazione della giustizia tributaria negli organi burocratici ministeriali, quale propaggine dello stesso Ministero
Il mondo della giustizia tributaria fa fronte comune sull’indipendenza, secondo Ennio Attilio Sepe, presidente Amt, «urge recidere qualsiasi collegamento con il Mef, che invece continua a considerare sia le commissioni sia l’organo di autogoverno come proprie appendici. La delega in questo senso è deleteria, perché senza alcun confronto preventivo con i naturali interlocutori dà alla burocrazia un potere di riforma in grado di invadere sempre di più la funzione giurisdizionale». «Non serve una legge delega per operare quegli aggiustamenti di cui necessita la giustizia tributaria», afferma Giacomo Caliendo, senatore di Forza Italia ed ex presidente di Cpgt e Amt, «i contenuti del ddl, se confermati, daranno luogo a diversi contenziosi, anche di carattere costituzionale». Per esempio sulla nuova distribuzione dei giudici: «Non si dice se questa avverrà in base alle pendenze o alle sopravvenienze », prosegue Caliendo, «così come va censurata l’introduzione del giudice monocratico, in quanto la qualità delle sentenze tributarie deriva proprio
dai diversi saperi forniti dalla collegialità». In risposta, però, Sirianni ha evidenziato che «il 70% dei ricorsi verte su controversie inferiori ai 20 mila euro. Come già avviene nella giurisdizione ordinaria, riteniamo che per le cause di modesto importo il giudice unico risponda ai criteri di economicità ed efficienza, senza che ciò pregiudichi il diritto del contribuente al giusto processo».
Dal mondo accademico è arrivata una proposta intermedia: conferma in servizio dei giudici delle commissioni tributarie (magistrati e professionisti) purché optino per il tempo pieno.
Quella di Reggio Calabria è stata anche l’ultima uscita dell’attuale Cpgt. Domani, infatti, in via Solferino si insedieranno i nuovi consiglieri.
«Credo che il principale risultato da noi ottenuto sia stato quello di sventare l’eliminazione dell’autonomia finanziaria del Consiglio», spiega il presidente Gaetano Santamaria, «messa a rischio prima attraverso un regolamento di riorganizzazione e poi con la legge di Stabilità 2014. Spero che la prossima consiliatura riesca a fare un passo ulteriore. I tempi sono ormai maturi ».
Molteplici le proposte sul tavolo: dal trasferimento delle commissioni e del personale amministrativo presso la presidenza del consiglio dei ministri alla creazione di un’agenzia autonoma della giustizia tributaria, indipendente dalla struttura burocratica del Mef e chiamata a rispondere solo al ministro. Daniela Gobbi, ex presidente e consigliere uscente del Cpgt, ha ribadito la necessità di rinominare Ctp e Ctr come tribunali e corti di appello tributarie. «Si tratta di una modifica a costo zero. Il nomen non cambia la natura dell’organo», spiega Gobbi, «ma aiuta a meglio definirne la funzione, esaltandola».
Sullo Stretto è intervenuto infine il ministro per la p.a., Gianpiero D’Alia, che ha rilanciato l’impegno del governo a rafforzare un organico, quello
delle segreterie delle commissioni, che dal 2009 a oggi ha perso circa il 20% della forza lavoro. «Entro il 28 ottobre approveremo tutti i provvedimenti di riorganizzazione dei ministeri secondo i criteri della spending review», afferma D’Alia, «credo che vi sarà la possibilità di utilizzare le eccedenze di personale anche nelle commissioni».
Il Ministro si è pronunciato a favore della Giustizia tributaria come giustizia autonoma a cui deve essere assicurata una specificità e struttura autonoma , stante l’importanza del ruolo.

La segreteria organizzativa del CNPCT 

 

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